31 AGOSTO 2017 – 4° GIORNO
Gaby – Ivrea – Saluggia | 72.2km – 158m+
Strava: www.strava.com/activities/1161201111
– RIASSUNTO PUNTATE PRECEDENTI –
RouteDesGrandesAlpes ’17
i preparativi | 1° giorno | 2° giorno | 3° giorno | 4° giorno
RouteDesGrandesAlpes ’18
1° giorno | 2° giorno | 3° giorno | 4° giorno
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Mi sveglio a Gaby dopo un’incredibile dormita, guardando le montagne attraverso la finestra della mansarda. È l’ultimo spicchio di vacanze estive che ritorna…
Colazione coccolato perché oggi sono l’unico “bambino” di casa, poi scendo in cortile e rimonto la bicicletta che era ancora nel baule della macchina. 3BMeteo annuncia 2mm di pioggia dalle 10 alle 11 ma come di prassi in questa vacanza riesco a “scamparmela” partendo alle 9.30. Ripercorro in discesa tutta la val del Lys fino a Pont, valle dove mi sono “allenato” molto ad Agosto in vista di questo tour che sta ormai volgendo al termine. Fino a poco tempo fa l’idea di andare da Gaby a Saluggia in bici mi sarebbe sembrata un viaggio vero e proprio ma un po’ di prospettive sono cambiate ultimamente.

Arrivo ad Ivrea e mi fermo giusto per una foto sul ponte della Dora ma riparto subito. L’aria è calda e la strada piatta, è più un trasferimento che una pedalata di piacere. È strano notare come in questi 4 giorni la percezione del tempo si sia modificata: è come se il vivere “pienamente” la giornata avesse dilatato il tempo come una fisarmonica e molti dettagli, profumi, scorci, eventi, luoghi dettassero il trascorrere delle lancette.

A Cigliano mi fermo a comprare un po’ di frutta e sulla strada del ritorno registro un video per ringraziare amici reali e virtuali che mi hanno fatto compagnia in tutti questi chilometri. Arrivo davanti alla porta di casa, la stessa chiusa meno di quattro giorni prima con 1000 paure: ho portato a termine una nuova esperienza. Non mi sento più felice o più bravo o più forte ma semplicemente più consapevole. È stata una brevissima parentesi di tempo/libertà della mia vita che andava spremuta fino all’ultimo secondo&millimetro di strada. Quando mi ricapiterà la coincidenza di avere 2 settimane di solitudine famigliare e di essere particolarmente allenato come ero a fine agosto? Il fatto di mettersi in sella al mattino, da solo, senza orari, senza bimbi da andare a prendere a scuola, senza render conto a nessuno. Senza pensieri. È una cosa pazzesca. Iniziando a pedalare piano, tranquillo, con in testa il motto “piano-piano-pieno-pieno” e dopo 10km le gambe iniziavano ad andare sempre meglio. E’ stata un’esperienza unica, esaltante ed irripetibile. Il fatto di non sentire la stanchezza – nei limiti del possibile. Il fatto di frantumare giorno dopo giorno i propri limiti, che già ad inizio anno parevano impossibili. Il fatto di mangiare in continuazione e non ingrassare ma anzi finire sottopeso. Il fatto di pedalare tanto, addormentarsi in un sonno profondo e poi svegliarsi nel cuore della notte in preda all’emozione di dover pedalare nuovamente il giorno successivo. Il fatto che la mente era pulita di pensieri ed il corpo privo di dolori. Non ultimo il fatto di pedalare immerso in panorami stupendi. E’ stato come pedalare in paradiso.
Tutto ciò mi ha fatto provare un senso di piacere fisico, sportivo ed emotivo che raramente avevo provato in vita mia. E mai a questi livelli…
La grossa differenza sul risultato l’ha fatta l’umiltà di ammettere a me stesso che avrei potuto fallire. Se fossi partito per rincorrere un risultato non sarebbe stata la stessa cosa. Invece avevo paura di fare questo viaggio ed avevo ancor più paura che sarebbe stato un flop e tutto ciò l’ha trasformato in un viaggio introspettivo. Un orgasmo ciclistico della durata di 429.9km e 6.599m di dislivello. Percorsi solo con la forza delle mie gambe. Pazzesco 🙂
Nei giorni successivi mi sono successe cose strane, compaesani che mi fermavano per strada, gente conosciuta e sconosciuta che mi scriveva su Facebook, amici e parenti increduli quanto me della riuscita del giro. Un bellissimo “colloquio” notturno l’ho avuto su Whatsapp con la mia amica Barbara la quale mi ha scritto cose molto belle e molto sentite:
B: Come ti senti? A livello testa? Hai sentito la solitudine? Le gambe come stanno?
L: Ciao Barby.La testa sta lavorando a 1.000, non so cosa mi sta succedendo, stanotte mi sono addormentato alle 3 e lo sai che io amo dormire. Sento una forza incredibile in me, fisica ma soprattutto mentale. E sentimenti che esplodono qua e la…
B: Adrenalina? Felicità della riuscita?
L: Non sento emozioni di felicità o orgoglio o rancore o rabbia. Quando sono arrivato a casa non ho gioito. Ho sorriso e basta… Sono sereno.
[…] La felicità ubriaca, ti fa sentire ganzo e ti impedisce di vedere le cose per quello che sono. Ossia esperienze. La serenità invece ti da consapevolezza e forza di capire…
[…]
B: meraviglioso… estremamente meraviglioso… gli eremiti vivono la serenità come da te raccontata forse?
L: Non ne conosco… Perché sono eremiti
B: Ti ammiro per come scavi la vita
L: Bello il termine scavi. Perché l’hai scelto? Fa paura! Scavare la vita… Pazzesco. Grazie Barby! Scavare la vita. Da farselo tatuare…
B: Perché rende ciò che penso! Molti la vivono in superficie… tu la scavi, la studi (sui libri e non), la osservi, la vivi in profondità traendone l’essenza naturale
L: Sono parole bellissime. Grazie Barby. Sei carinissima…
Sono parole belle. Che emozionano a sentirle dire/scrivere da un’amica. Seguono alcuni giorni di calma relativa, un giro in bici con Gianluca sulle colline e qualche pranzo scroccato a lui Elena&Timothy, una gira a Ceresole con Maurizio. Ma poi ho ancora una settimana da single e non voglio sprecare nemmeno un minuti di tempo.

Opzione A. Un giro stradale
Caricare nuovamente la Canyon ed imbarcarla sul primo treno per Saluzzo e poi pedalare verso: Colle dell’Agnello – Izoard – Colle della Scala – Oulx e concludere in stazione l’avventura esattamente dov’era iniziata…
Opzione B. Un’avventura in fuoristrada
Caricare la MTB ed imbarcarla sul primo treno per Oulx (nuovamente) e poi pedalare verso sua maestà lo Chaberton. Un monte magico che mi ha attratto da anni e per anni e non smette mai di farlo, su cui sono salito in vari modi ma mai in bicicletta e mai avrei pensato di raggiungere una forma fisica tale da poterlo fare…
Bisogna cavalcare l’onda. Alla fine decido per quest’ultimo ma soprattutto con pernotto in cima. Forse un ulteriore sogno che potrebbe diventare realtà…
Continua…
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