L’autunno è una delle mie stagioni preferite: fa ancora abbastanza caldo ma non come in estate, la natura si riempie di colori e in quota si inizia a respirare profumo di inverno. E’ una sensazione di nostalgia. Molto bella…
L’anno scorso, in questo periodo, ero al top mai raggiunto della mia forma fisica di ciclista improvvisato. Avevo pedalato almeno 20km tutti i giorni da inizio giugno – ossia dal giorno in cui mi ero licenziato – e collezionato qualche migliaio di metri di dislivello; così un giorno, in compagnia del mio ex-collega e amico Robi Genre, salii in bici sulla Cima Ciantiplagna – 2.975m.

Kona Kahuna @ Cima Ciantiplagna | Come volare…

Ma quest’anno la solfa è ben diversa. Ho pedalato con costanza fino a metà Giugno poi ho mollato un po’ il colpo, tra l’attesa per l’arrivo di Federico e il successivo poco dormire – fortunatamente durato meno di 1 mese. Poi è arrivato Agosto e il suo gran caldo e Settembre quando ho deciso di rimettermi in sella ma alla 3 uscita mattutina consecutiva mi è successa una cosa incredibile…

L’alluminio non si piega volentieri. Preferisce spezzarsi improvvisamente…

Così ne ho approfittato per poltrire ulteriormente e le uscite mattutine con la bicicletta da strada sono diventate piuttosto random. Nonostante ciò a fine Settembre ho tentato una sciocchezza cosmica:
Locana – Colle del Nivolet | 2.005m di dislivello in 40km. Inutile dire che a 3/5 sono scoppiato, ho girato la bici e sono tornato verso valle…

Cartelli che mettono felicità…

Per l’occasione avevo gommato la Kahuna con le gomme da strada nella speranza che un 0.69 di rapportino mi potesse portare in cima… Era stata anche l’occasione per testare il nuovissimo gruppo Shimano XT che ha sostituito l’accoppiata Sram X7 + Avid Elixir 3 montata di serie sulla Kona. Sinceramente non mi sono mai trovato bene nè con il cambio, regolato più volte senza successo, nè con i freni che andavano in crisi dopo poche centinaia di metri, forse anche per colpa del mio dolce peso.
Riposta la bici in garage nell’attesa di trovare lo stimolo per salire nuovamente in sella. Stimolo che ultimamente latita assai…
Sicchè un giorno, durante un nuovo servizio per MCN, arriviamo a 2.800m de La Met e scopro che laggiù c’è il ghiacciaio della Valnoise ed invece su quella cima il Fort Turrà a cui si può salire in MTB
Inutile dire che, appena tornato a casa sono andato a cercare info su questa salita che risulta abbastanza faticosa. Meglio non fare l’uovo fuori dalla cesta e cercare qualcosa più a portata.
Fort Turrà dicevamo. Difficilotto. Uhm… cercando però trovo una foto che mi lascia a bocca aperta. Questa:

© cicloalpinismo.com

C’è scritto che la salita è al 100% pedalabile fino al Col Sollieres – 2.600 e rotti – e poi bici in spalla fino alla cima per fare questo orgasmico single-track in cresta. Contatto Robi Genre e decidiamo di andarci. Sinceramente: non sono mica tanto sicuro di farcela ad arrivare in cima. Ma suvvia, è fine ottobre e tra pochi giorni scenderà la neve. Adesso o mai più…

Domenica. Fiat Multipla. Haibike full + Kona front. Lui almeno 30.000m di dislivello nelle gambe. Io forse 5/6.000…
Alla partenza troviamo queste Citroen bellissime. Tra l’altro questa ha il motore raffreddato a liquido
Partenza da 2.100m circa. Discesa a 1.900 da dove si stacca una sterrata sulla sx. che parte subito piuttosto secca. Ahia…
Nonostante la giornata di irrorazioni chimiche nei cieli l’umore è molto alto…
Autunno
Robi e il Maremmano…
Il ghiacciaio della Valnoise
Pianoro stupendo a 2.400m
E poi inizia il faticoso traverso che conduce ai 2.690m del Col de Sollieres…
Il colle…
Quella montagna in fondo, in mezzo alla vallata dovrebbe essere la testa dell’Assietta…
Dai baraccamenti si sale con bici a spalla. Robi da il buon esempio…
Qualche centinaio di metri più in alto. Fort Froid…
Da sinistra si vede il lungo traverso che conduce al colle e poi ancora la strada che sale…
In cresta. Uno dei motivi per cui andare in MTB. Questa foto è appesa nel mio salotto…
In cima | Mont Froid – 2.819m | Felice…
Lunga discesa dal forte verso il colle su sentiero stretto…
Dal colle inizia un lungo e morbido sentiero che conduce al pianoro del Piccolo Moncenisio. Il più bello e divertente che abbia fatto in vita mia…
MeStessoMedesimo. La prossima volta magari il manubrio lo chiudo meglio…
Arrivo al lago. Cambio e birra con MarcoEporedia che è salito da Susa con la sua Cannondale Caadax da corsa nuova di pacca. E via a casa…

THE END