CASA – MARE – CASA
Doveva essere il tour della Bonette ma poi il meteo fu galeotto 🌧️
Cambiamo programma: casa – mare
Sandrino anche conosciuto come “The King of Komoot” traccia un giro che non è proprio una linea retta perchè “qua sono stato a pranzo con Serena” e “là sono andato ad una gita con mio suocero” quindi ogni scusa era buona per uscire dalla strada più veloce ed andare ad accumulare dislivello per i suoi fans… 😎

.

Partenza ore 7.30 in piazza di Saluggia con Silvio Ferrero fotografo d’onore ma a Marcorengo siamo già fermi per la prima pausa merda (cit. American Pie) 💩
Dopo aver aggiunto due collinette insignificanti in direzione Asti abbandonando la strada vecchia per la nuova, ci fermiamo a fare colazione in pasticceria. Le cose o si fanno bene oppure non si fanno: caffè e strudel 🍩
Ad Isola d’Asti agganciamo due tedeschi un bici gravel che stanno facendo Berlino – Nizza, Sandrino cerca di addescarli per arrivare a 405 followers su Komoot ma al momento della verità, quando il ghiaccio si sta rompendo e sta per scattare la richiesta di following… tack… questi salutano e cambiano strada, anzi no, noi cambiamo strada per andare a fare più dislivello – è come un loop infinito – il disli non è mai abbastanza – mentre loro continuano dritti sulla strada più veloce forse impauriti dal Sadrino che all’idea di avere 2 nuovi followers dalla capitale tedesca è in modalità stalker… 🍌
Moreno ha un po’ le gambe molli e dice di essere sottotono rispetto al solito, inizia dubitare che sia il sushi mangiato la sera prima, così dopo aver fatto una telefonata al NAS (nucleo anti sofisticazione) per denunciare il cinese, prende un gel liquido cocaina&guaranà della Enervit e ritrova tutte le forze perdute 🍚

Potevamo fare la statale ma noi preferiamo le stradine secondarie
.

Ma quel bastardo di suo cugino ha una sorpresa in serbo e così dopo Isola d’Asti, invece di prendere la strada principale, “The King of Komoot” ci accompagna su una rampa che con il 34/32 l’abbiamo fatta in piedi sui pedali a cadenza di bestemmie toscane ed anche così è stata impegnativa, fortuna che c’era un bellissimo escavatore JCB a distrarci! 🚜
Il muro infinito ci fa planare su Mombaruzzo che è la patria degli amaretti ma è tutto chiuso. Mangiamo barrette merdosissime sulle panchine in piazza e ripartiamo in direzione Alice Belcolle dove Sandrino annuncia che è bollito (la domanda più logica è chiedersi perché avesse aggiunto tutte quelle deviazioni ma tant’è) e poi Acqui Terme dove l’acqua che sgorga dalla piazza è calda anzi caldissima: sarà forse per questo motivo che il luogo si chiama così?! 🔥

Acqui Terme
.

Piazza veramente bella ma tutto questo splendore nausea dei contadinotti come noi, per cui andiamo a pranzare in un bistrot molto ameno: caprese, focaccia e toast. La barista vuole venderci il bar, così, su due piedi. Probabilmente abbiamo visi rassicuranti. Ci sfamiamo e scappiamo (dopo aver pagato – ovviamente) 🥪

.

3BMeteo per il pomeriggio ad Acqui Terme aveva annunciato vento da sud a 44km/h ma fortunatamente c’è poco più che una brezza contraria quando iniziamo a pedalare verso Sassello: è la prima volta che percorro questa strada senza il terrore di tornare a casa con un autovelox del valore di un Rolex.

L’acquedotto romano di Acqui Terme. La valle che conduce al Sassello. Nel dubbio su chi mettere a fare il ritmo hanno scelto me con la scusa che hanno male alla pancia
.

Tante moto che vanno e vengono. La valle è veramente molto bella, in bici merita ancora di più. Il traffico diminuisce e sul finale quasi si azzera. Arrivati a Sassello, famosa anch’essa per gli amaretti, andiamo a prendere un gelato (amaretto e nocciola) in piazza: il vento fa volare a terra la Cube di Sandrino che cerca di fermarla con un piede:”…p.d. mi sta cadento la bici – d.b. – sbadabam…” 😁

Laggiù, lontano lontano, vediamo il mare. Finalmente…
.

Ancora un po’ di salita fino al valico finchè vediamo finalmente il mare. Lunga discesa fino a Varazze, foto di rito vista mare e poi all’hotel dove diventiamo i super-eroi di tutti i pensionati della struttura. Svuotiamo le borse. Siamo vestiti da profughi appena sbarcati dal motoscafo, attempate signore della borghesia milanese con giubbino Monclaire per le viuzze di Varazze (fa anche un po’ rima) sono inorridite mentre ci incrociano: ancora sudati e maleodoranti decidiamo di andare a lavarsi direttamente in mare, abbigliati con costume da bagno e tshirt e asciugamano dell’albergo e infradito (Sandrino ed io) oppure niente caibatte e direttamente in scarpe da bici (Moreno) 🤢

.

Il mare di Varazze fa schifo, pietre grandi e taglienti ci perforano i piedi ma effettivamente il bagno e l’acqua tuttaltro che calda ci fanno rinascere. Abbigliati esattamente come prima (ma più puliti) torniamo in albergo per la doccia vera, quella che pulisce, quella che sgrassa. Poi la domanda sorge spontanea “…ma allora domani che facciamo? Varazze, Genova, Turchino, Faiallo, Ovada e treno fino a casa?” io rispondo secco “…ho un’idea ma ve ne parlo domani a colazione…” Ipse dixit. Scende un silenzio surreale tra di noi 🤔

Dopo la doccia – ma sempre vestiti da profughi – andiamo a cena in un ristorante tipico. Trofie al pesto. Linguine allo scoglio. Orata ai ferri. Fritto di pesce. Le solite cazzate liguri vendute a peso d’oro ma noi le annaffiamo con una cassa di acqua frizzante. Segue birra in un locale il cartello sul muro parla chiaro: HAPPY MILF! Che è come l’happy meal del McDonalds ma con cetrioli di gomma di ogni taglia e forma 🌽🥕🍌🍆

.

Andiamo a dormire. Domani farò la proposta durante la colazione. E le nostre vite non saranno più le stesse… 🚀

CASA – MARE – CASA
La notte tra sabato e domenica è trascorsa con Sandrino che ha russato a livello motosega tutta la notte. Alle 3.20 gli ho detto:”…hai rotto i coglioni. Girati sul fianco…” e Moreno ha aggiunto:”…tiragli una ciabatta così la smette…” – Ovviamente non ha smesso anche perchè non gli abbiamo tirato nessuna ciabatta: siamo buoni di animo… 😴
A colazione l’obiettivo era già chiaro in ognuno di noi tre e non c’è stato neanche bisogno di parlarne: è bastato uno sguardo. Casa – Mare ||| Andata e ritorno 😎
Dopo aver fagocitato torte e crostate e uova ed aver fatto il famigerato squat asiatico (un vero toccasana per il ciclista) abbiamo salutato i pensionati che ci auguravano un buon ritorno in Valle d’Aosta (?) con una signora che proprio non apprezzava il meteo. Proprio no “…la pioggia non mi piace neanche un po’…” ma fortunatamente non pioveva. Boh… 🤔

.

Dirigiamo le bici verso Genova facendo anche un po’ di ciclabile da Cogoleto in poi, per imboccare il Turchino. A ritmo “digestione” iniziamo a salire fino ad arrivare ad una pasticceria il cui parcheggio era degno di quello del circuito del Mugello: Ducati Panigale V4S, Yamaha R1M, BMW S1000R con kit carbonio, tutte kittate con Akrapovic. La mia attenzione era però per una bellissima Aprilia RS125, l’ultima versione con motore a due tempi: adorabile! 😍

.

La salita fino al passo prosegue bene finchè arriviamo al tunnel, discesa su Masone e poi ancora verso Ovada dove facciamo sosta in un Lidl prima e da Mr. kebab poi e dopo un “menu falafel” ripartiamo verso Alessandria su una strada tutta in leggera discesa e – miracolo – con il vento a favore. Inizio ad avere male al culo, rimpiangendo di non aver sostituito la sella SMP Stratos con la molto più comoda SMP TRK: una vera poltrona che però è rimasta in garage. Grande errore… 😥
Ad Alessandria facciamo una sosta in un parco pubblico per mangiare un po’ di cioccolata (Moreno ed io) e per fare un sonnellino nell’erba tra cagate e zecche di cane (Sandrino) ma tanto a lui va bene così perchè adora i cani, soprattutto quelli di piccola taglia 🐕‍🦺
Non ricordo chi esclama:”Da Alessandria a Casale Monferrato tutta pianura” ma io ricordo che anche l’autostrada passa in un tunnel e ciò significa che ci saranno ancora colline da scavalcare. Ed infatti è così ed è anche pieno pomeriggio per cui sulla strada fa un caldo pazzesco. Passiamo indenni – anche se un po’ provati – la salita fino al tunnel da cui inizia una lunga, lunghissima discesa verso Casale Monferrato. Il male al culo si intensifica… 🤕
Il corso pedonale di Casale ci accoglie e noi decidiamo di sostare al caffè Everest dove iniziamo con acqua frizzante e crema all’arancio. Poi vedendo che il barista con dei caffè freddi all’amaretto decidiamo di prendere 3 calici anche di quella bevanda a me sconosciuta. E proprio il barista alla cosegna dei caffè ci domanda:”…da dove arrivate con questi bolidi?” – “Da Varazze” – la sua espressione facciale è all’incirca questa… 😳
Pieni di orgoglio ripartiamo ma prima del ponte del Po Moreno ed io decidiamo di fare una seduta veloce del famigerato squat asiatico (un vero toccasana per il ciclista – l’avevo già scritto?) provando a mimetizzarci tra le macchine onde evitare che qualche passante pensasse che stavamo cagando sul marciapiede (vedi foto)

.

All’uscita di Casale Moreno si mette a tirare il gruppo ad un perfetto ritmo “Moreno style” che ci accompagna alla grande fino a Trino per la pausa pipì sul cancello della Buzzi Cementi. Gli ultimi chilometri verso Crescentino volano via ed arrivati alla rotonda della Teksid chiudiamo il gigantesco anello che avevamo iniziato la mattina prima. Arriviamo in piazza a Saluggia per le 19.25, poco meno di 36h dopo essere partiti. Sembra passato molto più tempo ⌛

.

Festeggiamo con 3 birre Ichnusa ma poi Sandrino esclama:”…il top sarebbe chiudere questo giro pazzesco in pizzeria…” 🍕
Inutile dire che abbiamo prenotato una pizza alle cipolle, una prosciutto e salsiccia ed una ex-airone che abbiamo mangiato in compagnia di Silvietto e della Serena che ci hanno raggiunti poi. Ma che spettacolo raga!!! 🥳

326km | 2700+ all’incirca
Oppure guarda direttamente su YouTube