31 dicembre 2003
E’ il grande giorno, lo aspettavo da più di tre mesi…
Appuntamento per le 16.30, o meglio MyR dovrebbe arrivare per le 16.30 ma è un po’ in ritardo perchè ha dimenticato le cartine della Spagna. Io non sto più nella pelle!

Arriva con 3/4 d’ora di ritardo ma nessun problema, carichiamo le moto, la Betty carica i bagagli, saluto mia madre che mi osserva con sguardo preoccupato e alle 18:30 partiamo in direzione Casale M.to dove prendiamo l’autostrada in direzione Ventimiglia. Il viaggio trascorre bene tra una fetta di torta ai porri&patate e l’altra, si parla della pista, degli “strani elementi” che la animano, dei tempi che MyR aveva fatto lo scorso anno e di quelli che vuol fare quest’anno e di quelli che vorrei fare io. Lo scorso anno MyR aveva girato su un 2:07 che è il mio obiettivo, la mia base di partenza per la pista, insomma il mio riferimento. Intanto i km passano e con loro anche i minuti e arriva la mezzanotte. Siamo in un autogrill sperduto nel sud della Francia, ci fermiamo, stappiamo lo spumante, ci facciamo gli auguri mentre la nostra vivandiera prepara succulenti panini di prosciutto e formaggio, la torta era finita ancor prima di arrivare al Passo del Turchino!
Arrivano alcune macchine con giovani ragazzi Francesi, un po’ tamarrotti a dirla tutta, noi continuiamo a brindare e mangiare e loro accendono le loro autoradio pompando musica rap a tutto volume e noi pompiamo i nostri motori saliamo sul carrello e accendiamo le nostre moto e via di limitatore!!!

La musica dei tamarrotti Francesi – da quale pulpito – è stata improvvisamente coperta dalla sinfonia dei nostri 6 cilindri giapponesi

1 gennaio 2004
Dopo esserci fatti conoscere anche in Francia ripartiamo. Ci aspettano ancora almeno 1.200km ed abbiamo appuntamento con Paolo – Aprilia RSV1000 – e Nadia – Aprilia Falco 1000 – a Barcellona per il mattino alle 7.00. MyR si sente in forma e guida per tutta la notte. Io dormo ma non sono affatto tranquillo, io e il TL in pista ci siamo stati solo per tre turni Lombardore, ho letto che a Cartagena oltre a una buona moto serve anche parecchio manico perchè è una pista tecnica ed è il pilota che fa buona parte della differenza, meno male che c’è MyR che mi consola dicendomi di non preoccuparmi.
Passiamo il confine tra Francia e Spagna verso le 4:35 sotto gli occhi di un poliziotto Spagnolo super-armato di mitra. L’alba arriva e noi siamo in un autogrill di Tarragona in attesa di Paolo e Nadia.

Una doppia brioches, un the caldo e poi nel parcheggio a vedere l’alba del primo giorno del 2004: è un’alba strepitosa, le ombre del castello di Tarragona si allungano poco alla volta e, nonostante il freddo pungente, gli uccellini cantano tra gli alberi.
Intanto Nadia e Paolo e le loro fedeli Aprilione arrivano, una veloce presentazione e via verso Valencia. Do il cambio al volante e MyR e ci dirigiamo verso Valencia, poi verso Alicante, poi canniamo strada e quindi ritorniamo in autostrada in direzione Cartagena.
Sono ormai passate le due di pomeriggio e sono più di 18 ore che siamo in viaggio; la Spagna è fantastica, le montagne hanno un non so che di paesaggio da film western, sarà per l’accento dei benziani, sarà per la vegetazione rada e per la gran quantità di sabbia e semideserto.
Dopo più di 1.700km arriviamo a Cartagena, supplico MyR di portarmi immediatamente a visitare la pista e lui non se lo fa chiedere due volte.
Arriviamo in circuito, è pieno di camper, di carrelli, c’è anche qualche pullman stile motomondiale, parcheggiamo la macchina e inizio a girare tra i camper, dopo poco dico alla Betty:non so tu MA io mi sento molto fuoriluogo!!!
Tutt’intorno ci sono moto preparate, meglio se di 1000cc, le Akrapovic sembrano di serie, le carene sono quasi tutte racing, i cerchi in magnesio sono diffusissimi, dischi Braking, parti in titanio e carbonio – c’è una Bimota con carenatura e serbatoio completamente in carbonio – frizioni anti-saltellamento, pinze radiali, slick a gogò… ma io sono venuto qua con un TL1000S con le carene originali e il foro del faro chiuso con il nastro adesivo, ho un treno di Michelin Pilot Race e due marmitte che ho montato solo perchè le originali sono un ricambio troppo costoso, il telaio l’ho coperto di nastro adesivo perchè le protezioni in carbonio mi sembravano esagerate… ma cosa ci faccio qua?
Ne parlo con MyR e lui saggiamente mi dice:”…stai tranquillo. Con i soldi ci compri i pezzi in carbonio ma non il manico…” sarà ma a non mi sento per nulla tranquillo.
Sistemiamo il box, poi saliamo sulla palazzina dei giudici di gara per vedere il circuito dall’alto.

Solo il rettilineo mi incute timore, non parliamo delle 18 curve quasi tutte a raggio variabile. MyR ci spiega velocemente la pista mentre io continuo a pensare: ma cosa ci faccio io qua?
Il sole inizia a calare e noi decidiamo di percorrere la pista a piedi: 3.5km di asfalto perfetto, saliscendi e curve cieche. Curvoni velocissimi che terminano in curve più strette che obbligano a staccare in piega ma ora la domanda lascia spazio ad un nuovo pensiero: ci sarà da divertirsi!

Durante il giro del circuito conosco meglio sia Paolo che Nadia… che simpatici! Entrambi hanno un bicilindrico – cosa che sicuramente li rende più amichevoli – e utilizzano la pista come mezzo di divertimento e per migliorare la padronanza del mezzo. Sono molto alla mano, di compagnia ed è un piacere passeggiare per la pista e parlare di Ducati 900SS preparati e della traiettoria ideale di questa e quella curva
Intanto il TLone è già pronto ai box che non vede l’ora di entrare in pista ma dovrà attendere il giorno successivo

Vado a ritirare i numeri di gara e facciamo la fila per pagare il restante della quota della pista e in serata andiamo in un ristorantino nei dintorni del nostro hotel dove si mangia divinamente! Poi nanna perchè domani… SI GIRA IN PISTA!!!

2 gennaio 2004
Arrivo in pista verso le 9.00, sono nervoso come una bestia. Metto il CeramicPowerLiquid nell’olio motore e lo lascio a scaldarsi davanti al box. Il suo rombo viene presto coperto da quello dei tentennanti Ducati, tutti rigorosamente con scarico Terminioni apertissimo e dal ronzio dei 4cilindri mille con scarico rigorosamente Akra.

Poi c’è l’incognita gomme – qua nessuno monta Michelin – quella sospensioni, quella di conoscere la pista. Ma ora basta, mi infilo la tuta e sono pronto ad entrare e per la prima mattina ci hanno divisi in gruppi, con me ci sono MyR, Nadia e Paolo.
Non appena il commissario mi fa segno di entrare tutte le paure e i timori svaniscono. Davanti a me si apre questo immenso nastro di asfalto di 3500 metri, inizio a girare mentre la Betty rimane al muretto a prendere un po’ di tempi con il cellulare ultratecnologico di MyR, il trasponder ce lo consegneranno solo nel primo pomeriggio. Cerco di capire le giuste traiettorie, di capire come e dove staccare e… nel frattempo mi infilano quasi tutti. Poi inizio a spingere leggermente e poi ancora un po’ e ancora un po’. Alla fine dei 20 minuti rientro ai box e la Betty mi dice: miglior tempo 2:08… Mica male!
Il tempo di riferimento è già abbastanza vicino. Intanto MyR ha già infilato un 2:03 ma si lamenta che la Dafne – la sua Yamaha R6 – non gira bene, il suo tempo comunque è decisamente buono!

Il secondo turno è alle 11.45. Rientro in pista è la mia situazione mentale è già leggermente più chiara, inizio a conoscere la pista e il tempo sul giro passa da 2:08 a 2:04 mentre MyR scende a 2:01, entrambi siamo felici ma lui non è convinto dell’erogazione della sua R6. Nel pomeriggio faccio ancora una turno e il mio tempo migliore è di 2:03 quasi 2:04 o come dicono i pistaioli 2:03 alto.
In serata prefisso come obiettivo alla fine dei 4 giorni di scendere sotto i 2 minuti. Infatti parlando qua e la con altri ragazzi ho capito che un buon tempo con una moto sportiva stradale e sui due minuti.
Un problema è che durante il pomeriggio, un po’ per la stanchezza e un po’ per la voglia di fare, mi sparo tre dritti che mi permettono di testare le vie di fuga in ghiaia. Così, dietro consiglio del saggio MyR decido di sostituire le pastiglie dei freni – le originali con 22.000km – con delle SBS Carbon.

Le gomme lavorano alla grande, vanno solo scaldate a dovere ma poi tengono in modo impressionante, le sospensioni lavorano benissimo e fanno lavorare le gomme nel migliore dei modi, il motore spinge come un pazzo fino al limitatore.
A fine giornata il mio miglior tempo mi permette di essere 106° su 128 iscritti 🙂 Almeno non sono ultimo!

Intanto anche Paolo e Nadia viaggiano molto bene e a fine giornata siamo tutti contenti e felici, mentre MyR cerca di risolvere i problemi di carburazione della Dafne.
In serata cena e poi a letto presto.

3 gennaio 2004
E’ il secondo giorno, la pista inizia a essere più chiara, oggi si gira senza turni e senza la divisione in gruppi. Inizio a girare verso le 10 con Betty sul muretto che prende i tempi. Provo a spingere un po’ di più, torno ai box convinto di aver fatto un tempone e invece scopro di aver girato sul 2:03… pensavo molto meglio, così mi intristisco un po’. Meno male che MyR e Nadia mi riportano con i piedi per terra e mi dicono: Luca non sei mai stato in una pista seria… cosa pretendi??? Vai già fin troppo bene così, pensa a divertirti e non farti troppe seghe mentali e hanno ragione!
Alla fine penso un attimo e giungo alla conclusione che:
– non ho una moto da pista
– non sono un tipo da pista
– sono qua per imparare
E poi come dice scherzosissimamente Nadia… io ho solo un TL1000S!
Intanto ho montato il trasponder e posso visualizzare i tempi che ho fatto perchè alla sera Rehm ci consegna il cartaceo. Il primo turno del giorno l’ho fatto dalle 10:43 alle 11:17 e il miglior tempo sul giro è stato fatto al 11° giro con un 2:02.265… e siamo già a -2 dal tempo di ieri!
Poi pausa pranzo, briefing piloti sulla sicurezza in pista, decido di partecipare al corso per principianti e così posso girare per 1/2ora con un istruttore.
Alle 15.00 ci sono le prove cronometrate per la gara del giorno successivo, il TL1000S viene inserito nella categoria Fino a 750cc perchè Rehm utilizza i vecchi regolamenti SuperBike dove i twin di 1000cc corrono con i 750 quattrocilindri. La prendo molto serenamente e penso: tanto non ce la farò mai a qualificarmi, qua ci sono 750 che vanno come e più dei 1000cc e poi ci sono i vari 996R e 998 e 999 e RSV1000R che il TLone se lo fumano

Così entro il pista con il solo intendo di divertirmi come un folle

Inizio a girare alle 15 giro e giro e mi sembra che i tempi migliorino di giro in giro ma, vista l’esperienza di questa mattina, penso che è solo una falsa sensazione. Rientro ai box dopo 30 minuti e dopo un’oretta vado al bilico Rehm a vedere i risultati e…

…scopro che…

…non solo mi sono qualificato per la gara ma sono 28° sul 40 iscritti di quella classe e ho polverizzato anche il mio precendente 2:02 con un 1:58.013 fatto all’ultimo giro che mi manda al 7° cielo!
Con il mio TL1000S ho lasciato dietro vari 998, RSV1000R, 996 e pure una mitica MV F4!
Guardando la classifica 1000cc avrei infilato pure qualche potentissimo GSX1000R e pure li mi sarei qualificato 29° sul 40… che felicità riuscire a qualificarmi in mezzo a tanti missili da 150cv…

Intanto continuano le qualificazioni delle altre classi e non posso più girare, meglio così, sono a pezzi, felice ma stanchissimo, ho un quintale di acido lattico nelle gambe e cammino come un pinguino. Le gomme continuano a consumarsi benissimo, ho un set.up quasi perfetto la gomma strappa solo un po’ sui 3/4 così, dietro consiglio di MyR, tolgo 3 click di compressione.

I freni frenano da paura al punto che in mattina le prime frenate mi portavano a girare pianissimo in curva, poi con un po’ di abitudine ho capito che ora i freni frenano davvero e arrivo a staccare sul rettilineo dei box a 210/215kmh un po’ dopo il cartello dei 150 metri. E il motore?
Beh il motore del TL1000S è fantastico, spinge fino a 10.500 senza la minima esitazione. Sul rettilineo dei box i tanto blasonati bicilindrici Ducati hanno i loro problemi a passarmi o meglio i 996 base e S non mi passano affatto nonostante i loro kit Terminioni. Con le RSV1000 e i 998/999 la storia è ben diversa: l’Apriliona ha un motore pazzesco e i 998/999 sono più veloci e alla fine del rettilineo mi danno almeno 30 metri, ma alla prima curva il telaio del TL1000S è pazzesco con la modifica Ohlins al posto del rotativo originale. E’ un po’ pesante nello stretto ma nei curvoni veloci non c’è nessun problema a tenersi dietro vari 998, RSV e pure i GSX1000R non mi mollano dietro. In curva la si può sdraiare fino a grattare le pedane, non parliamo delle saponette, pure quelle degli stivali.
In serata ceniamo al solito ristorante dove il mitico Manolo ci offre ottimi piatti a prezzi onestissimi. Proprio a cena inizio a conoscere alcuni amici di Paolo e Nadia, sono due fratelli di Milano – il nome proprio non lo ricordo – con una bella Aprilia Falco “solo pista” gommata slick e un bel VTR1000F – moto che mi è sempre piaciuta da matti – che, dietro un’immagine abbastanza tranquilla, nasconde cerchi in magnesio Marvic, pompa radiale, gomme slick e sospensioni WP!

4 gennaio 2004
Nella notte ho avuto problemi di panza. Non devo aver digerito qualcosa che ho mangiato a cena e così rimango a poltrire in albergo fino alle 10.00, i cartoni animati in TV mi fanno scompisciare dalle risate: l’avete mai sentito Paperino parlare in Spagnolo? E’ uno spasso!
E’ il giorno della garetta, come detto in precedenza dovrei essere 28 su 40 ma sono molto incerto se partire dalla 28 posizione o dall’ultima perchè non vorrei mai che qualche esaltato in trans-agonistica mi corichi distuggendomi l’amato TL.
Vabbò ci penso più avanti, intanto mi faccio un turno con giro più veloce 2:00.395.

Poi rientro ai box. Mi stavo togliendo la tuta quando tutto d’un tratto vedo molti Ducati pronti ad entrare in pista, poi vedo anche il VTR1000F bianco ma è già ora della gara? mi informo è la gara!
Torno al box, faccio benzina e mi metto in fila per entrare per i due giri di ricognizione. Sono quintultimo in griglia di partenza perchè molti hanno deciso di non partecipare alla garetta, meglio così almeno è come se partissi quasi ultimo
Il mio obiettivo è di NON arrivare ultimo, nulla di più…
Mi metto in griglia, il semaforo diventa rosso, poi si spegne. Io parto abbastanza bene forse infilo un paio di moto, poi arriviamo alla prima curva e vedo che tutti sono piuttosto vicini. La cosa non mi piace affatto, la mia calcolatrice mentale fa brevi calcoli per una coppia di carene nuove, i carter motore, leve freno&C. 
Facendo la somma il risultato è: chiudo il gas tanto è solo divertimento.

Così lascio passare tutti e mi ritrovo in ultima posizione. Tengo il mio ritmo, mi infilo un’Apriliona RSV1000R Haga poi davanti ho un Ducati 996 e Kawa Ninja 750. Il 996 ha un buon ritmo ma è piuttosto lento e dopo 2 giri riesco a liberarmi di lui mettendomi alla rincorsa del Kawa ma dopo un giro sono sul rettilineo dei box e vedo alla prima curva un gran polverone: è il Kawa che ruzzola, penso non vale la pena distruggere la moto per una garetta senza senso… così rallento un attimo, prendo il mio ritmo e continuo a girare tanto ultimo non sono, il mio obiettivo è stato centrato!
Giro e giro finchè mi trovo davanti un altro Ducati 996, mi metto dietro, abbiamo un ritmo simile però in curva sono un po’ più veloce MA quando arriviamo al rettilineo dei box questo mi ficca mazzate da 50/60 metri! Strano perchè a tutti i 996 ero sempre stato in scia MA questo proprio no!

Poi nel tratto di curve lo riprendo ma al rettilineo successivo altre mazzate… un paio di giri poi lo lascio andare tanto è inutile rischiare. Continuo la mia garetta in solitaria e mi diverto moltissimo. Ad un certo punto da dietro arriva un missile: il primo che mi ha doppiato, un tizio con un GSX750R preparato da AnyWay che va come un proiettile, gli faccio segno di passare ma anche se non l’avessi fatto sarebbe passato ugualmente!

Poi dopo 8 giri ecco la bandiera a scacchi! Alzo il pugno al cielo, sono così felice di aver concluso la mia gara e di non essere arrivato ultimo e di essere stato doppiato da uno solo!
Il ragazzo con il GSX750R era veramente veloce infatti si era piazzato nei primi 5 pure nella Open e in qualche altra gara.
Sono molto felice, mi sono classificato 4° partendo a contare dall’ultimo!
Infatti il ragazzo con l’Apriliona si è ritirato, il tipo con il Kawa è caduto e dietro c’era il ragazzo con il Ducati.
A fine gara ecco due piacevoli scoperte…

– il Ducati che regolarmente mi bastonava in rettilineo era un 996R con kit Termignoni, centralina e sospensioni Ohlins per circa 30.000€ e 139cv alla ruota di moto
– durante la gara ho girato regolarmente sotto i due minuti abbassando ulteriormente il giro record da 1:58.013 a 1:56.950

Le gare continuano e io mi faccio la pausa pranzo. L’unica cosa che mi metteva tristezza è vedere MyR incazzato per i buchi di carburazione della Dafne, ce l’ha messa tutta ma non ha mai potuto girare come avrebbe potuto e voluto. E’ un peccato ci teneva moltissimo a questa trasferta e alla gara delle 600 ed è un peccato anche perchè avrei potuto imparare molto a seguirlo.
Poi alle 13.00 ci sono i giri dei meccanici, è una mezz’ora dove si può girare ad andature molto tranquille anche in due con la morosa sul sellino, è un’iniziativa simpatica!
Ci sono ragazzini con le minimoto, piloti con i figli sul monoposto, altri con la ragazza, c’è pure un ragazzino con un quad e uno con una Yamaha 250 da enduro.

E’ il grande momento della Betty! Chiedo a Paolo se mi presta l’RSV e la Betty – dopo continui e ripetuti inviti – prende il mio TL e si reca alla partenza scortata da MyR e me, girando ad andatura tranquilla. Intanto provo a dare un po’ di gas all’Aprilia ed è veramente una gran moto! A 6.000 ha una coppia da paura ed è un po’ più maneggevole del mio TL1000, complimenti ad Aprilia per la moto e a Paolo per l’acquisto! E complimenti alla mia morosa per aver avuto il coraggio di girare in pista con la mia moto.

Nel pomeriggio vado a riempire le taniche e poi verso le 16 decido di fare ancora qualche giro tranquillo perchè sono veramente stanco. Inizio a girare, scaldo le gomme ma ci sono un po’ di nuvole e la temperatura è scesa leggermente. Dopo un po’ vedo che Paolo e MyR sono un paio di curve dietro di me così decido di aspettarli per girare un po’ con loro. Percorro il rettilineo a velocità abbastanza ridotta poi dopo un paio di curve decido di ripartire per non far raffreddare le gomme, percorro il curvone in salita a andatura allegra con ginocchio a terra e mi parte l’anteriore seguito dal posteriore. Per fortuna non partono del tutto e rimango in piedi. Continuo a girare insieme a MyR e Paolo ma non ho molta fiducia nelle gomme quindi decido di rientrare ai box. Scopro solo dopo che le Pilot Race oltre ad essere molto difficili da scaldare sono pure molto facili da raffreddare.

La sera passa molto bene, nel solito ristorante innaffiata da un vinello spagnolo da 12° – scopriremo solo dopo che oltre ad essere molto buono era pure molto caro – e tra un risata e l’altra ci divoriamo la cenetta a base di pesce e verdure, parlando di idromassaggi alle parti basse, della scarpetta di Biancaneve e di lavaggi interni, insomma siamo belli allegrotti/allegrotte!

5 gennaio 2004
E’ l’ultimo giorno di pista. Decido di girare a ritmi tranquilli perchè voglio capire se sono le gomme che sono alla frutta o era la temperatura bassa che ha fatto partire l’anteriore. La pista è abbastanza tranquilla perchè molti team se ne sono già andati così si può girare tranquillamente senza paura di essere chiusi da qualcuno troppo veloce.
Inizio a girare e vedo che le gomme tengono ancora alla grande, i tre click in meno di compressione si sono fatti sentire e ora le gomme lavorano ancora meglio… giro e giro e mi diverto come un pazzo. Rientro ai box. Guardiamo le gomme e sono messe bene, il posteriore ora è molto strappato sul bordo mentre all’anteriore ho raggiunto il bordo. MyR mi fa i complimenti per il posteriore, perchè dice che bisogna avere del manico per dare quel gas sul bordo e mi rende felice perchè se lo dice lui ci credo.

Poi proviamo a fare un setup per gli ammortizzatori della moto di Nadia che continua a migliorare i suoi tempi sul giro, così come Paolo. Io sono soddisfatto delle quattro giornate in pista e decido di non girare nel pomeriggio e me ne rimango ai box.

Ne approfitto per smontare il transponder e riportarlo a Rehm che mi consegna anche i tempi del giorno ed ecco un’altra piacevole sorpresa!
L’ultimo giorno, all’ultimo giro, con le gomme con 4 giorni di pista sulle spalle ho stabilito il mio record personale a Cartagena: 1:55.655

A conti fatti posso essere più che soddisfatto dei miei tempi, giro a un secondo da gente con 600cc preparati e molta esperienza in pista nonostante io in pista ci sia stato pochissimo prima e non abbia una moto da pista ne preparata, escluso l’Ohlins posteriore.
Tra l’altro il record della pista è di Pier Francesco Chili che qua ha girato in 1:35 ma lasciando perdere i supereroi della SuperBike ho visto che la settimana di Natale, Ivan Sala girava qua in 1:38 – con un GSX1000R qua SuperBike – e un altro del team AnyWay girava con un GSX1000R preparato in circa 1:49 e girare a 6 secondi è per me un gran bel risultato con un TL quasi di serie, sono veramente molto soddisfatto! O come dice Nadia sono molto orgoglione!
Questa esperienza spero mi servirà moltissimo in strada per migliorarmi ed essere più sicuro, quindi girare con una maggiore sicurezza conoscendo meglio i miei limiti e quelli della moto, che a dire il vero non ho ancora avvicinato!

Ora non ci resta che fare su armi e bagagli, salutare gli amici con il Falco e con il VTR1000F e con l’R1 e il GSX1000R grigio e arancione e partire, ci attendono 1.800km di autostrada che ci riporteranno a casa… casa dolce casa.
Il viaggio procede bene, io guido da Cartagena fino a un centinaio di km da Barcellona poi il sonno mi colpisce ed inizia a guidare MyR, poi verso le 7.00 mi rimetto al volante fino all’Autogrill di Finale Ligure dove ci salutiamo con Paolo e Nadia e scattiamo le ultime foto.

Sono stati degli ottimi compagni di avventura, sempre gentili e simpaticissimi, sono felice di averli conosciuti e spero di incontrarli presto anche per qualche altro giro stradale.
MyR si rimette al volante, io mi giro e vedo sul carrello la sua R6 e il mio fedele TL1000S, intero e senza righe.

Prima di partire per Cartagena pensavo spesso a come sarebbe stato il viaggio di ritorno e mi chiedevo come sarebbe stato voltarmi e rivedere la mia moto sul carrello, intera, sana e salva e se sarebbe stata così oppure ammaccata e rigata. Fortunatamente è intera e io più sereno. Mi addormento poco dopo Cogoleto e mi risveglio quando siamo al casello di Casale M.to.
Ancora pochi km ed eccoci a casa! Ecco TheBike e poi mia madre che è sicuramente più tranquilla di quando sono partito…
Scarichiamo le moto, un ultimo saluto a MyR. E un rigraziamento: grazie MyR per avermi invitato, grazie per essere stato gentile con me/noi e per avermi sopportato quando ti telefonavo un giorno si e l’altro pure chiedendoti consigli sulle gomme, sulle carene e su tutti i miei dubbi, grazie per avermi permesso di prendere parte a questa favolosa avventura, sei stato un fantastico compagno di viaggio, simpatico e pure un ottimo preparatore di panini salame e sottiletta. Insomma grazie 1000!

E un grazie pure alla mia morosa che mi ha sopportato, è stata un’ottima cronometrista, un’efficiente assistente meccanica di MyR, una vivandiera da ristorante 5 stelle e una coraggiosa pilotessa di moto da pista.

Insomma grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato e sostenuto anche solo moralmente, un grazie a TheBike che mi ha aiutato nel setup sospensioni e non solo, un altro a Johnny che è una vera enciclopedia tecnica e una gentilissima persona e un grazie a mia mamma che nonostante l’evidente preoccupazione faceva finta di nulla, un grazie a mia nonna che continuava darmi consigli e a dirmi di non fare troppo lo stupido in pista…
CiAo Cartagena, ti penso in continuazione e spero di rivederti presto!