Feticismo fotografico
Categorie: filosofia fotografica
Ieri sera sono stato dagli amici di Pianeta Gaia per presentazione di un viaggio in Kashmir e Ladakh, è uno dei miei viaggi da sogno che per il momento lascio nel cassetto. Arriverà il tempo anche per il Ladakh, così come è arrivato il tempo per il Tourist Trophy. Certo che quando vedi foto stupende ed in più ti raccontano che il tour passerà per il passo carrabile più alto del mondo, il Kardung La a 5349m slm, beh, la voglia di firmare l’assegno è tanta. Ma al momento non posso, anzi non voglio, lasciare i bambini a casa per 15 giorni…
Detto ciò. Mentre tornavo a casa, guidando in autostrada sotto la pioggia, riflettevo un po’ di cosette:
meglio avere una macchina fotografica top di gamma ed utilizzarla per fotografare le risaie del Vercellese oppure è più logico puntare a qualcosa di più umile e con i soldini risparmiati andare a fotografare posti pazzeschi come quelli sopra citati?
Avere un corredo top di gamma con cui andare a fotografare posti pazzeschi non è una risposta valida perchè spesso non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca quindi bisogna scendere a compromessi. Ci riflettevo perchè in passato mi è successo spesso di avere a che fare con alcuni fetisti della fotografia, persone che puntavano sempre ad avere l’oggetto più evoluto con le lenti più luminose ed ammirate che poi utilizzavano per foto tutto sommato normali.
Ricordo benissimo una lunga e pacifica discussione con uno di questi personaggi, il quale sosteneva la superiorità del suo corpo macchina FF e del suo lunghissimo teleobiettivo fisso, snobbando il mio corredo APS-C ed il mio tele zoom, per altro definito con il poco onorevole termine di “vetro”. Quando però feci notare che con i soldi risparmiati sarei andato a fare un safari fotografico in Africa la discussione si bloccò istantaneamente…
Quale macchina fotografica devo comprare? E’ fondamentale passare dal formato aps-c al full-frame?
Sono domande che mi vengono fatte sovente. Personalmente (…e ripeto personalmente…) ritengo molto più logico acquistare una macchina fotografica che rientri in un budget giusto per le proprie tasche ed il resto utilizzarlo per viaggiare o partecipare a workshop, valorizzando ed elevando l’utilizzo del mezzo fotografico per immortalare immagini di luoghi e persone e civiltà lontani piuttosto che svuotarsi le tasche per un corpo macchina e per lenti al top per poi vedersi costretti a fotografare i passeri nel parco dietro a casa. Essere piuttosto che apparire. Amare piuttosto che possedere…
Proprio ieri cazzeggiando sul sito di Motociclismo ho letto un articolo intitolato Il carattere delle moto, così difficile da definire e mi è spuntato un sorriso leggendo queste parole:
ETERNO SCONTENTO
Ho un amico, Luca Ghigliano, col quale mi trovo spesso a discutere su questa storia del gusto che conta più delle prestazioni. Aveva una Suzuki TL1000S, moto sportiva considerata sempre un po’ troppo esuberante come forme e pesi, con la quale si divertiva alla follia, poi passò a una Honda VTR1000R SP2, che andava molto più forte sia in rettilineo sia in curva, ma la trovò meno gustosa della Suzuki. Poi ha deciso di darsi al fuoristrada turistico ed ha preso una Yamaha Ténéré 660, che gli ha dato immense soddisfazioni sul piano del piacere di guida, tanto da tornare a lei dopo avere cercato di tradirla con una Triumph Tiger 800 e una Suzuki DR-Z400S (possendendole entrambe, hai una versatilità superiore rispetto alla sola Ténéré). Per lui il piacere di guida conta così tanto, che prevalica l’aspetto pratico.
Effettivamente l’amico Mario Ciaccia, con cui spesso ho eterne e accese discussioni, ha centrato in pieno il mio modo di pensare e di vivere il motociclismo che poi è lo stesso con cui vivo la fotografia e non solo…
Il piacere di …………….. conta così tanto che prevalica l’aspetto pratico.
Il piacere di andare in moto… perchè sicuramente il Tenerè, così come il TL1000S, sono inferiori a molte altre moto.
Il piacere di fotografare… perchè si la S5Pro è inferiore a molte altre macchine foto.
Anni fa Mario aveva scritto una cosa che non dimenticherò facilmente: è incredibilmente difficile ammettere di essere dei mediocri. Ha ragione ed aggiungo che spesso puntiamo al top (essere il top + possedere il top) ma spesso tutto ciò è dovuto alla necessità di rifugiarci dietro all’oggetto “top” per nascondere la nostra paura di non essere all’altezza…
Eppure si può trovare immenso piacere anche ad utilizzare cose mediocri, con la differenza che un oggetto mediocre se utilizzato bene, cercando di capirlo ed amarlo fino in fondo, ci permetterà di ottenere risultati molto migliori rispetti ad un oggetto “top” usato con mediocrità e superficialità…
…torniamo alla domanda iniziale: essere o apparire? Amare o possedere?
Penso che siamo noi che trasformiamo gli oggetti che utilizziamo. Sono i nostri sentimenti che elevano o ridicolizzano le prestazioni delle nostre macchine fotografiche.
Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere.
La frase di Bresson non è copincollata a caso: se utilizzati con mente, occhi e cuore oggetti mediocri possono regalarci sentimenti molto superiori ad oggetti top utilizzati in modo mediocri. E un oggetto mediocre che diventa top dona moltissima soddisfazione, elevando i sentimenti e le capacità di chi lo utilizza e facendoci comprendere che la macchina fotografica non è altro che un mezzo e che ciò che fa veramente la differenza siamo noi, i nostri occhi, il nostro cuore, la nostra anima. Fine del pensiero :)
CiAoOo
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